12 OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE E ALLA FELICITA’ (Genitori /figli e non solo)
Quinto appuntamento alla scoperta degli ostacoli che minano le buone relazioni e tra genitori e figli e non solo…
Argomenti finora trattati: 1) Dirigere, dare ordini 2) Ammonire, minacciare, avvertire 3) Predicare, moralizzare 4) Dare consigli e soluzioni non richieste, cercare di convincere
Qui ti parlo di
GIUDIZIO - PARAGONE
Cosa si intende per “giudizio”?
Una prima accezione riguarda la capacità di fare scelte consapevoli, saper usare il senso critico riguardo situazioni e avvenimenti senza lasciarsi influenzare da alcuno.
Giudicare è qui invece inteso come “etichettare”, attribuire a qualcuno o a qualcosa caratteristiche che derivano da un personale retaggio mentale, da pregiudizi e abitudini sedimentati nel tempo.
Ti è mai capitato di vedere una persona vestita o pettinata in modo non usuale, o con atteggiamenti diversi da quelli a cui sei abituata o abituato, ed etichettarla in un certo modo?
Alle volte siamo così superficiali che ad una prima occhiata crediamo di sapere tutto riguardo ad una persona e ci arroghiamo il diritto di relegarla in limitati schemi mentali.
Il problema si fa molto serio quando il GIUDIZIO viene trasferito tra le mura domestiche, in particolare sui bambini e sugli adolescenti che stanno lavorando alacremente per costruire la loro identità e attribuirsi un “valore” tutto personale ma che deriva dai feedback che le persone per loro importanti gli rimandano riguardo a sé stessi.
Perciò ripetere nel tempo a un bambino: “sei proprio cattivo” – “non capisci niente” – “sei un asino” – “sei il solito distratto” ne farà veramente un soggetto incapace, insicuro, scontroso, con difficoltà di apprendimento, distratto. Perché? Perché chi glie lo ricorda così spesso è la persona di cui più si fida al mondo.
Dinamica simile per il PARAGONE o CONFRONTO:
“guarda tua sorella com’è brava e diligente, tu invece…” – “Ma perché non puoi essere come Tino che obbedisce sempre i suoi genitori e tu invece non ascolti mai cosa ti dico?”
Ti è mai successo di essere paragonata o paragonato a qualcuno che a parere altrui era migliore di te?
Che sensazioni ti ha suscitato? Quali emozioni ricordi?
Il compito di noi adulti educatori è quello di insegnare che in ciascuno c’è un potenziale, una qualità personalissima, un talento da scoprire e valorizzare.
Hanno maggiore impatto le parole o i comportamenti?
Quando si dice a un figlio che deve essere buono e paziente e poi mamma e papà sono spesso irascibili o quando gli si dice che non bisogna giudicare ma poi ci si lascia andare al pettegolezzo, non saranno le belle parole a convincere…
L’automonitoraggio è uno strumento molto efficace, il punto da cui partire per scoprire i propri condizionamenti e liberarsi di pesanti zavorre: così era scritto sul Tempio di Apollo a Delfi “conosci te stesso”.
Prossimo appuntamento con l’ostacolo della DISCUSSIONE