12 OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE E ALLA FELICITA’ (Genitori /figli e non solo)

PUNTATA N. 2 – AMMONIRE, MINACCIARE, AVVERTIRE

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Riprendiamo il nostro viaggio nella COMUNICAZIONE efficace, che ti permette di relazionarti in modo positivo con chiunque ed in particolare con chi ami e ti sta a cuore, consentendoti di costruire (nel vero senso della parola) la tua felicità e quella di chi ti ascolta.

La volta precedente ti ho parlato della prima di una serie di 12 TRAPPOLE da cui tenersi alla larga per coltivare relazioni “nutrienti” e se non lo hai ancora fatto ti consiglio di leggere l’articolo su “DIRIGERE e DARE ORDINI”, lo trovi sul mio sito.

In questa seconda puntata ti parlo di:

AMMONIZIONE MINACCIA AVVERTIMENTO.

“Se lo fai di nuovo te le prendi”, “Vai a scuola senza fare storie o non esci con gli amici”, “Guai a te se ti sento ancora dire quelle cose!”

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Sono messaggi che puoi aver detto (lo abbiamo fatto più o meno tutti) ma può darsi che tu non sappia quale reazione suscitino nel destinatario, soprattutto se si tratta di un bambino o un adolescente.

Ti è mai capitato di ricevere una minaccia o un avvertimento?

Ti ricordi come ti sei sentita o sentito?

E’ molto probabile che tu ti sia sentita o sentito non ascoltata (ascoltato) nei tuoi bisogni, incolpata, intimorita, poco riconosciuta, poco stimata…

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Ed è anche molto probabile che in quel momento si sia creato un distacco tra te e il tuo interlocutore che magari si è poi sanato ma che può aver lasciato un traccia dentro di te.

Come avresti preferito che quella persona si fosse rivolta a te? Ci hai mai pensato?

La stessa cosa succede quando ti rivolgi in modo minaccioso a tuo figlio, la cui fragile struttura identitaria si va formando proprio sulla base dei tuoi feedback e di quelli delle figure di riferimento per lui importanti (genitori, nonni, insegnanti).

Una comunicazione impostata sulla minaccia non favorisce l’assunzione di responsabilità nel tuo interlocutore ma solo un senso di timore oppure di sfida per verificare se davvero quelle ammonizioni sono vere.

Il rispetto e la fiducia si coltivano con modalità di accoglienza degli stati emotivi, di ascolto empatico e anche con diminuzione dei “privilegi” quando necessario, ma mai cercando di “vincere” la partita.

Nelle relazioni la vittoria è di per sé una sconfitta.

La prossima volta ti parlerò di PREDICHE e MORALI.

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