NATIVI DIGITALI: BENE O MALE?

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Per forza o per passione la “rete” è entrata nella nostra quotidianità.

Il 2020 ha dato una forte spinta propulsiva all’uso del web, colpa o merito del Covid19, dove gli studenti sono stati costretti a connettersi ogni giorno per seguire le lezioni scolastiche, mentre il mondo del lavoro ha scoperto lo smart working, almeno dove è stato possibile utilizzarlo.

I tempi sono maturi, ma noi e soprattutto i nostri ragazzi, lo siamo altrettanto?

Viviamo in un mondo “dicotomico” in cui i fatti vengono o esaltati o demonizzati, ignorando il più delle volte l’equilibrio della “via di mezzo”, perciò anche su questo argomento c’è chi difende a spada tratta la tecnologia e chi vorrebbe tornare ai “bei tempi” con la TV in bianco e nero e il telefono che si poteva bloccare con il lucchetto!

Internet ha portato innegabilmente svariati vantaggi e una lunga la lista di opportunità e miglioramenti in ogni frangente, dalla didattica, alla chirurgia, alla coltivazione e via così.

LA GIUSTA DOSE

Se innaffi una piantina che ha sete le fai del bene, se contini a versare acqua, la fai marcire.

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Il web va “assunto” moderatamente poiché l’abuso procura inconvenienti a volte molto seri, come testimonia la vasta letteratura sull’argomento.

Tra i bisogni fondamentali dei nostri figli (ma anche di noi adulti) vi è quello di incontrarsi, intrecciare relazioni amicali e amorose, imparare a conoscere sé stessi e gli altri attraverso il dialogo, l’interscambio emotivo, l’osservazione, la critica costruttiva.

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Se da un lato i social rappresentano un mezzo per mantenere le relazioni e conoscere gente nuova, dall’altro la finta vicinanza esperita attraverso un cellulare altera l’autenticità dello scambio interpersonale. Si sa che le espressioni del viso e la postura (la cosiddetta comunicazione non verbale) sono il veicolo principe nel comunicare le emozioni e lo stato d’animo delle persone e sono a volte molto più efficaci di tante parole.

Coltivare e mantenere relazioni prevalentemente via messaggini sui social rischia di rendere i ragazzi meno intuitivi nel riconoscere le emozioni delle persone, minando un tipo di intelligenza di primaria importanza nella conoscenza di sé stessi e degli altri, la cosiddetta intelligenza emotiva.

Etimologicamente “schermo” significa riparo, protezione, difesa, ed è per sua natura un mezzo che divide, si frappone, altera la verità.

Incoraggia perciò tuo figlio se è piccolo a frequentare i parchi giochi, a riunirsi in gruppi per imparare dalla frequentazione e dallo scambio reciproco.

Sostienilo se è adolescente nella sua ricerca di indipendenza dalla famiglia permettendogli di riunirsi coi coetanei. Vigila con discrezione e amore, lascia spazio affinché la piantina possa diventare quercia.

LA CRESCITA DEL CERVELLO

Tramite la ricerca neuroscientifica sappiamo che il cervello di un essere umano è immaturo alla nascita e si sviluppa nel corso delle varie tappe evolutive.

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Una mela ha bisogno di tempo per diventare matura e succosa proprio come il cervello per svilupparsi.

Ed è verso i 24 - 25 anni che un essere umano può considerarsi adulto… almeno dal punto di vista biologico ;)

Saperlo è importante per capire che a volte i nostri figli non è che non vogliono ragionare… è che proprio non sono ancora strutturati!!!!

SI DICE CHE I BAMBINI SIANO COME SPUNGE

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I nostri piccoli sono altamente influenzabili da qualsiasi messaggio ricevuto (o situazione vissuta) perché privi della capacità di elaborare le informazioni in modo razionale.

Perciò la miriade di informazioni, slogan e pubblicità veicolata attraverso il web, trova terreno fertile nelle menti ancora “acerbe” dei nostri figli, anche quelli più grandicelli.

E’ stato dimostrato che trascorrere troppo tempo sullo smartphone e sui giochini può creare dipendenza. Il cervello viene stimolato in aree specifiche che coinvolgono il comportamento, la percezione di sé, le emozioni, la capacità decisionale e attentiva con ricadute negative su molti ambiti della vita, dai rapporti sociali al rendimento scolastico con l’insorgenza di disturbi come il

Deficit di Attenzione e Iperattività.

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Alcuni studi hanno evidenziato addirittura una riduzione del volume di materia grigia nelle aree deputate alle abilità elencate sopra.

In una giornata frenetica, con mille impegni da sbrigare, a volte è davvero comodo per un genitore avere a disposizione il baby sitter virtuale, uno smartphone che possa impegnare per un po' l’attenzione del proprio bambino.

Nulla di male. L’importante è avere sempre il controllo della situazione, del tempo e delle attività svolte sul telefono e lo si può fare con l’aiuto del “parental control”, presente su qualsiasi dispositivo, anche sulla TV.

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LE REGOLE

Quando l’uso del cellulare diventa eccessivo come si può ristabilire l’equilibrio?

Consiglio ai genitori che si rivolgono al mio studio, di stabilire delle regole di utilizzo durante il giorno, alternando momenti di studio e di svago, incoraggiando principalmente la socializzazione attraverso incontri tra amici, piuttosto che giochi a distanza.

Chiaramente può essere un impegno importante anche per un genitore tracciare dei confini laddove prima non c’erano e la tentazione può essere quella di lasciare tutto com’è, per evitare tensioni e rimostranze.

Ma è ovvio che non è un buon metodo educativo.

La strategia giusta consiste nello stabilire norme adeguate all’età e alle situazioni, applicarle con calma e rispetto ed altrettanta fermezza.

A volte è utile farsi aiutare da un esperto.

Se anche tu hai bisogno di un sostegno nel tuo delicato e importante ruolo educativo, contattami e prenota un appuntamento.