TI RACCONTO PERCHE’ NON DEVI MAI PERDERE LA SPERANZA

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Qualche anno fa si presentò nel mio studio una mamma (io avevo appena iniziato l’attività di Coach Genitoriale) e mi raccontò la sua storia.

Un figlio psicotico, a volte violento, che accusava continuamente i genitori di essere la causa della sua situazione, un marito arreso, senza più voglia di reagire, percorsi con specialisti che però il figlio si rifiutava ormai di vedere.

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Qualcuno disse a questa mamma che non c’erano più speranze, dato che anche suo marito aveva perso il coraggio per sostenere la situazione, non c’erano più speranze di ritrovare un equilibrio, non c’erano più speranze di vivere una vita “normale”.

Senza speranza”….questa frase risuonava nella mente della Signora A.P. come una condanna e quel giorno si presentò da me in lacrime.

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Io ero agli inizi della mia attività e pensai che il destino mi aveva fatto uno scherzo di pessimo gusto, la sfida era troppo grande per me… non sapevo come fare per aiutare quella donna, mi sentivo impotente e impaurita dall’enormità del caso.

Ero certa che i molti professionisti da cui era stata le avessero dato degli strumenti su cui lavorare e nulla ci fosse di nuovo da sapere.

Domandai alla Signora A.P. se qualcuno le avesse insegnato tecniche e strategie per relazionarsi in maniera diversa col ragazzo. La risposta fu “NO”.

E fu allora che capii che forse la speranza non era del tutto persa, che c’era la possibilità di cambiare qualcosa e proposi ad A.P. la nuova modalità relazionale che fin da subito avrebbe dovuto usare con suo figlio.

La cosa più difficile in situazioni così complicate e stagnati è accettare l’idea di dover cambiare qualcosa di sé per ottenere dei risultati. Si è talmente convinti della fissità e della gravità della realtà al di fuori che si è portati a credere che sia quella a doversi modificare. Molti vivono un opprimente senso di impotenza e di colpa.

Dissi alla Signora A.P. che avrei potuto aiutarla solo se lei avesse accettato di fare quello che le chiedevo e che solo da lei dipendeva il cambiamento.

Accettò la sfida.

Le insegnai nuove strategie di comunicazione con metodi alternativi di comportamento e di linguaggio.

Incominciò ad ottenere i primi risultati che la invitai a celebrare, per renderla consapevole di essere l’artefice del successo. Questo le servì ad acquisire sicurezza e fiducia in sé stessa e nel suo operato.

I momenti di sconforto si presentarono ancora ma furono sempre più brevi.

Oggi A.P. è una donna con tanta energia, fiducia in sé e positività, capace di essere di supporto non solo alla sua famiglia (ha anche un altro figlio) ma anche alle persone che hanno la fortuna di averla come amica.

Ogni tanto ci vediamo in studio e proprio ieri mi ha detto: “Come noi genitori gestiamo le nostre relazioni fa la differenza. Ci dobbiamo mettere tanto impegno, ma alla fine le cose cambiano”.

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Ho voluto farti conoscere la storia della Signora A.P. perché se anche tu hai un figlio con disabilità e a volte perdi fiducia e speranza, sappi che non tutto è perduto e nuovi mondi si possono aprire con gli strumenti giusti e il supporto necessario.

Buon percorso!