A SCUOLA COL BRACCIALETTO

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Bimbi in tempo di Covid19.

Da due mesi a questa parte non si parla che di contagio, misure, contromisure e chi ha figli in età prescolare  e scolare pensa al ritorno in aula a settembre fra tanti dubbi e poche certezze.

E’ notizia recente che alcune insegnanti di una scuola materna  hanno proposto di dotare i piccoli di un braccialetto elettronico che si illumina quando diminuisce  la distanza di un metro tra un bimbo e l’altro.

Le maestre in questione rassicurano dicendo che tutto sarà per gioco, i bambini si divertiranno e intanto si abitueranno a mantenere le distanze e alcune mamme hanno già espresso il loro favore.

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Proviamo a immaginare qualche scenario possibile per il rientro all’asilo.

1)     Il bimbo, accompagnato dalla mamma o dal papà, viene lasciato alle cure della maestra che gli mette il braccialettino. O forse il giochetto luminoso gli viene messo direttamente dai genitori evitando così all’insegnante di avvicinarsi troppo.

Il bambino (dai 3 ai 5 anni) è tutto contento di iniziare la giornata alla materna, saluta i genitori allegramente, rimane a distanza dalla maestra, gioca  ad un metro dagli altri. Poi però si avvicina a quella bimba simpatica, che lo fa ridere tanto, e il braccialetto si illumina. Lui si diverte, sa che è solo un gioco, e si allontana.

Il gioco prosegue per giorni, settimane, mesi. 

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2)     Seconda scenetta possibile. Il bimbo non ha nessuna voglia di lasciare le braccia del papà o della mamma. La maestra non potrebbe prenderlo in braccio per rassicurarlo ma lo fa ugualmente, anche se quella maschera che copre parte del viso non è certo di grande aiuto per dare conforto. Nonostante ciò gli parla dolcemente e alla fine il piccolo si convince ed entra a scuola.

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Ancora un pò titubante per aver lasciato la mamma, entra in aula, ma nessun bimbo può giocare con lui…

Ci mette un pò ma alla fine si adatta, distanze rispettate, bracciale al polso, tutto è per gioco. E in caso di bisognini… Forse la maestra si dovrà cambiare più volte guanti, abiti, mascherina. E’ possibile.

Il gioco prosegue per giorni, settimane, mesi. 

3)     Terza possibilità. Il bimbo entra a scuola sereno, inizia ad interagire coi suoi compagni, si avvicina a loro e il bracciale magico si illumina. Lui ride, anzi ridono tutti incuriositi dalla novità. Le distanze sono perse e la maestra è costretta, suo malgrado, ad allontanarli, ma la voglia di giocare, giocare davvero, è più forte e bimbi non vogliono adeguarsi a queste strane regole. Ma a questo punto la maestra li costringe, seppur a malincuore, ad allontanarsi.

Non si sta vicini, è pericoloso”. ”Si può fare solo il gioco della distanza”

Il gioco prosegue per giorni, settimane, mesi. 

Possiamo immaginare altri scenari possibili, ne troveremo certamente. 

Non importa quanti ne penseremo. Il dato oggettivo è che i bambini, a maggior ragione quelli piccoli, non hanno capacità di ragionamento. Non sono stupidi, certo che no! Ma il loro cervello (corteccia prefrontale in particolare) non è ancora sviluppato, perciò tutte le spiegazioni e i predicozzi  su  regole e concetti, con loro non funzionano..  

Però  imparano per imitazione, per  esperienze vissute e per il dialogo e le relazioni che l’adulto ha con loro.

Quindi: qualora il “gioco delle distanze” dovesse perdurare, il bimbo imparerà a tenerle perché condizionato  a comportarsi così, magari dietro corresponsione di un premio… un po' come fece Pavlov coi suoi cani

https://wamiz.it/cane/consigli/7850/cane-di-pavlov-lapprendimento-del-cane-attraverso-il-condizionamento-classico e non me ne vogliate per il paragone, i bimbi non sono cani ma il meccanismo del condizionamento funziona così! 

Noi vogliamo che i nostri figli, i nostri alunni, siano felici e crescano sani nella mente e nello spirito.    

Su questo siamo tutti d’accordo!

               Uno studio durato circa 80 anni dell’università di Harward ha dimostrato che la salute e la felicità dipendono in larga misura dalle RELAZIONI. Ecco un breve estratto:

I risultati, alla fine della ricerca, hanno evidenziato che sono le buone relazioni a mantenere sani, più che i soldi e il successo. Per relazioni si intende la famiglia ma anche le relazioni sociali. Ad uccidere è la solitudine. Le persone più isolate sono meno felici, si ammalano e il cervello declina più in fretta. Le relazioni devono essere calorose per avere effetti positivi.”

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Non bisogna essere fenomeni per capire che insegnare ai bambini che “soli è meglio“ può rivelarsi un boomerang con effetti davvero devastanti.

Genitori ed educatori, tutti, abbiamo un ruolo cruciale nella crescita dei nostri figli .  Stiamo “formando” gli adulti di domani, abbiamo una grande responsabilità in questo, ed è nostro compito dare Amore, Sicurezza, Coccole, Comprensione.

La Paura alle volte fa prendere decisioni irrazionali ma il buon senso porterà tante idee, ragionevoli e positive.

Pensare positivo fa bene alla salute!

Tante mamme mi stanno contattando per essere ascoltate, per avere supporto, perché in tempo di Covid19 molti bambini vivono con disagio l’insegnamento a distanza e la mancanza dei coetanei. E per un genitore non è facile trovare sempre una risposta per tutto.

Puoi condividere il tuo disagio con me se vuoi. In questo momento così delicato ho scelto di regalarti due video sessioni. Contattami via telefono o mandami una mail per prenotare il tuo appuntamento

Insieme è più facile.