LA TECNICA SALVIFICA

Apro Internet e vedo una gran quantità di tecniche per “stare bene”.

Se usi questa tecnica otterrai questo, se usi quest’altra diventerai quello, e avanti così con la Legge di Attrazione (che quasi nessuno ha ancora capito) che pare possa far comparire una Ferrari dal nulla.

Tutti a fare, a praticare…

Salvo poi trovarsi, dopo qualche tempo, con un senso di frustrazione perché nulla è cambiato e un sentimento di impotenza per non aver ottenuto nessun beneficio duraturo.

Non ci sono tecniche miracolose, e questo, bene o male, lo sappiamo tutti, eppure ci caschiamo quando a proporcele è qualcuno che ha tanti like sui social e sa parlare bene.

Non serve e non è bene allontanare il disagio, il dolore, la rabbia, la paura, per non volerli vedere mai più.

Tutti nostri sforzi per metterli da parte non fanno che aumentare la loro energia, esaurendo pian piano la nostra, e prima o poi ci sorprenderanno con inaudita irruenza.

Cosa fare allora?

STARE

Semplicemente stare lì.

Ascoltare il dolore, la rabbia, la gelosia e tutto quello che non ci piace e da cui vorremmo fuggire, per osservare bene quelle sensazioni, vedere da dove arrivano, quali pensieri trascinano con sé.

Qui va fatto un ulteriore salto evolutivo.

Quei pensieri, quelle sensazioni NON SIAMO NOI.

Quando diciamo “sono arrabbiato”, “sono triste”, ci stiamo esprimendo in modo errato, attribuendoci qualità di rabbia, tristezza e così via, che non ci rappresentano affatto, non fanno parte del nostro DNA, mentre sono solo sensazioni che vengono a trovarci in quel momento per insegnarci qualcosa.

Noi però raramente siamo disposti ad ascoltare perché il lavoro duro è proprio quello, ascoltare la fonte, guardare bene ciò che stiamo provando per poi disidentificarci da quelle sensazioni.

Questo è il lavoro.

E’ un percorso faticoso, soprattutto quando non si sa come farlo, ed è proprio qui che si cade nell’illusione che la tecnica, semplice, veloce, (solitamente consigliata per 21 giorni) ci salverà.

“Conosci te stesso” era scritto sul Tempio di Apollo e nonostante viviamo nell’era della comunicazione iperveloce, del “tutto e subito”, rimane questo il lavoro da fare.