LA VOSTRA FELICITA' DIPENDE DALLA VOSTRA MENTE
La Life Counseling di Bra Francesca Scaglia parla della felicità
Un tempo la felicità era un concetto più semplice da capire e "toccare".
I nuovi modi di vivere, l'avvento della pubblicità di massa e dei suoi smisurati messaggi mediatici, la crescita dei beni di consumo, lo sviluppo dell'apparenza, che vuole bellezza, successo e potere al primo posto nella scala dei valori, ha portato grande confusione nelle nuove generazioni, che vedono la felicità sempre più lontana e difficile da raggiungere.
Oggi la felicità viene confusa con l'esteriorità e l'apparire.
Come testimonia, dopo anni di lavoro di indagine Renee Engeln, docente di psicologia alla alla Northwestern e alla Loyola University (Usa), nel suo libro Beauty mania, racconta come l’ossessione della bellezza sta minando il mondo giovanile.
"L'ossessione estetica sta rubando alle nuove generazioni talento, immaginazione e felicità
Francesca Scaglia, Life Counseling con studio di consulenze di salute e benessere vicino a Bra, in provincia di Cuneo, non lontana da Cuneo e Torino, partendo da un articolo di Maria Cristina Origlia, pubblicato su alleyoop.ilsole24ore.com, dal titolo appunto "Dalla mente dipendono felicità e organizzazioni positive", ci spiega che la felicità non ha una definizione precisa, unica, inequivocabile.
Non esiste un'unica felicità, perchè ogni persona può vivere la felicità a modo suo, secondo i propri ritmi, i propri valori, i propri obiettivi.
L'unica certezza che si può dare al concetto di felicità, è che essa nasce da dentro, dal nostro profondo.
"La felicità è una condizione esistenziale, uno stato di profondo equilibrio emotivo..."
Queste le parole dell'interprete del Dalai Lama, che dice che "la cosa importante è che la felicità è il risultato di un insieme di qualità umane fondamentali, come benevolenza, pace interiore, forza d’animo, capacità di gestione intelligente di pensieri ed emozioni, altruismo... che possono essere coltivate da tutti. Ognuna di queste facoltà è infatti associata a reti neuronali, che possono essere rinforzate tramite allenamento ed esperienza, imparando così a liberarci dagli stati mentali che producono sofferenza"
Abbiamo un cervello nel cuore
Un concetto semplice che ci fa capire che è bene non "ascoltare" soltanto il cervello carnico, quello che siamo sempre stati abituati ad ascoltare come fosse unico. Abbiamo anche un cervello nel cuore e un altro nell'intestino. Tutti e tre i nostri cervelli sono interconnessi e parlano la stessa lingua, quella chimica fatta di ormoni e molecole infiammatorie.
Esistono da sempre questi tre cervelli, ma il mondo e la medicina se ne stanno accorgendo solo ora.
Il cervello del cuore
Il cuore ha un sistema nervoso indipendente, che percepisce le informazioni dall’interno e dall’esterno del nostro corpo.
Quindi, come il cervello cranico arriva al cuore, anche il cuore arriva al cervello, attraverso 4 vie di comunicazione:
impulsi nervosi
ormoni
segnali biofisici
segnali elettromagnetici
Ecco quindi che è necessario lavorare sulla comunicazione cuore-cervello e quindi sulla gestione degli stati emotivi e sull’energia.
Il cervello dell'intestino
Si chiama cervello enterico e misura circa 7 metri, estendendosi dall’esofago al colon. Possiede un proprio sistema nervoso e comunica con il cervello cranico.
Il nostro buono o cattivo funzionamento dipende quindi da come nutriamo il nostro cervello enterico.
Le cattive abitudini alimentari non facilitano il buon funzionamento
Il consumo del cibo non adeguato non facilitano il buon funzionamento
i pensieri negativi durante i pasti non facilitano il buon funzionamento
Tutte le "cattive abitudini" alimentari influiscono sulle informazioni comunicate dal cervello enterico al resto del corpo.
Abbiamo 3 cervelli dentro di noi
Di fronte alla scoperta scientifica dei tre cervelli presenti nell’essere umano che collaborano e comunicano incessantemente, dovremmo dare vita a organizzazioni orizzontali, animate da un’intelligenza collettiva e diffusa, dove tutti esercitano una leadership consapevole e responsabile a beneficio dell’intero sistema.
In questo senso, nuovi modelli (da Holacracy, alla Utheory al Teal ) stanno emergendo nel mondo.
Si tratta di organizzazioni positive, che mirano a far esprimere alle persone che ci vivono il loro pieno potenziale, una delle condizioni essenziali della felicità e, di conseguenza, della performance.
L’unica difficoltà è che ci vuole un duro lavoro da parte di tutti. Le qualità umane che portano a uno stato di positività vanno conquistate con un impegno rigoroso e con un continuo allenamento da parte delle organizzazioni, dei leader e di ciascuno di noi, chiamati a uscire dagli schemi mentali consolidati.
Un nuovo modo di vivere, che non passa più attraverso il comando e la competizione, ma bensì tramite compassione umana e collaborazione.
Un bellissimo nuovo modo di vivere il mondo.